Il legno: trasformazione, lavorazione ed accorgimenti
I legni, anche quelli meno pregiati, possono sviluppare tantissime possibilità di creare nuovi materiali se uniti ad altri supporti sia naturali che sintetici o metallici. Il nuovo materiale che ne deriva avrà il calore del legno e le qualità del supporto scelto. Persino i materiali dalle forme più complesse potranno essere rivestiti con essenze lignee per dare luogo ad oggetti unici ed originali.
I materiali lapidei: pietra, cotto, stucchi e malte
Ogni volta che interveniamo per la manutenzione o il restauro di edifici, monumenti o inserti architettonici lavoriamo su materiali lapidei.
Marmo, travertino, calcare, arenaria, da secoli vengono utilizzati per abbellire le facciate di palazzi, come basi e capitelli per colonne, bancali per finestre, colonne, placche superficiali.
Le strutture sono costruite in mattoni di argilla, cotti al forno o pietra, scavata e tagliata. Successivamente, vengono ricoperte con malte a base di calce e sabbia ovvero il comune intonaco.
Infine, si possono integrare modanature, alto-rilevi ed inserti vari in stucchi gessosi e modellati.
Il tutto può essere dipinto o decorato con tecniche a fresco, per gli intonaci a base di calce, o a secco.
Il materiale lapideo usato viene scelto sulla base della disponibilità e la vicinanza territoriale: in Toscana vi è un grande utilizzo di marmi, estratti sulle Alpi Apuane. Altro materiale lapideo molto diffuso è il calcare.
Per le sculture si privilegiava il marmo, mentre per capitelli, ornamenti, placcature murarie di base, si preferivano materiali meno costosi come travertino, pietra serena, cotto o stucco gessoso.
Le pietre rocciose hanno delle caratteristiche specifiche, sono molto diverse tra di loro sia per morfologia che per colore, quindi cerchiamo di approfondire queste diversità tra di loro e tra i vari materiali lapidei.
Come ricostruire materiali lapidei
Non sempre le parti lapidee su cui si interviene sono complete perché possono presentare rotture, crepe o parti mancanti. La loro ricostruzione o integrazione pone qualche dubbio sulle tipologie di materiali ed i metodi da applicare.
Il legante migliore da utilizzare è sicuramente la calce, nelle diverse forme esistenti, ma ce ne sono anche altri. Scelto il legante si deve valutare quale inerte utilizzare, preferibilmente polvere della stessa pietra da aggiungere. Importante è che la malta sia sagomata prima della sua asciugatura, per ottenerne una maggior resistenza agli agenti atmosferici.
Anche nel caso di mattoni si può intervenire, variando l’inerte: per i mattoni si utilizza polvere di coccio fine. Integrabili con questi metodi sono tutte le parti ricavate da rocce o argille e dai cotti.
Pietre magmatiche e rocce sedimentarie: come lavorarle?
Le pietre magmatiche si formano dalla solidificazione del magma, massa fusa che contiene elementi volatili: acqua, anidride carbonica, acidi, idrogeno e che conferiscono alla massa fusa fluidità.
Queste rocce, per via delle varie modalità in cui si solidifica il magma, vengono suddivise in rocce magmatiche intrusive o plutoniche, effusive o vulcaniche. Le rocce magmatiche intrusive o plutoniche si formano all’interno della crosta terrestre o nella parte più superficiale del mantello terrestre e sono caratterizzate da un lento raffreddamento che favorisce la crescita dei cristalli al loro interno, tipiche rocce di questo tipo sono i graniti e le quarzo-dioriti;
Le rocce magmatiche effusive o vulcaniche, invece si formano in seguito ad un’eruzione o a una colata lavica e pertanto subiscono un raffreddamento rapidissimo che “congela” parte della roccia in uno stato amorfo. Esempi di questo tipo di rocce sono il comune basalto, il porfido e la pomice.
Le rocce generate per sedimentazione di detriti inorganici, organici e sali minerali, consolidati dalla successiva o contemporanea deposizione di una sostanza cementante, si dividono invece in: rocce chimiche, organogene e clastiche. Nel dettaglio:
- Le rocce chimiche si formano successivamente all’evaporazione di acqua e alla conseguente precipitazione dei sali disciolti, un esempio di questa tipologia di rocce è il gesso.
- Le rocce organogene si formano in seguito alla sedimentazione di parti dure.
- Le rocce clastiche si originano dalla disgregazione di rocce preesistenti. Alcuni esempi di questa tipologia sono il calcare e la dolomia.
Queste tipologie di rocce sono le più diffuse ed usate sia anticamente per costruzioni architettoniche, sia ai nostri giorni, per modellare e restaurare, ma anche per costruire da zero. Importante è essere a conoscenza delle diverse tipologie e delle lavorazioni più idonee per esse, così da intervenire in maniera ottimale e non creare squilibri tra materiali. Per questo, quando bisogna effettuare interventi è necessario contattare esperti nel settore per evitare errori irreparabili.
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